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giovedì 27 agosto 2015

La notte della lunga paura -Recensione


  Title: The Night of lepus
  Paese: Stati Uniti
  Anno: 1972
  Durata: 88 minuti
  Regia: William F. Claxton
  Cast Principale: Stuart Whitman, Janet Leigh, Rory Calhoun, DeForest Kelley, Paul Fix...

  "There was no limit to the horror...", ma ne siamo proprio sicuri sicuri?
Il film inizia con alcuni spezzoni documentaristici su uno dei più "batuffolosi" disastri ambientali avvenuti in Australia negli ultimi decenni. I primi conigli furono introdotti in Australia attorno al 1700, e quando alcuni di questi esemplari furono rimessi in libertà, incontrarono un ambiente incredibilmente favorevole, cibo in abbondanza, nessun predatore e nessun parassita. I conigli iniziarono così a riprodursi come... cavolo, se si usa dire "come conigli", un motivo ci sarà.
  La quantità di esemplari in libertà stava aumentando rapidamente, causando danni giganteschi all'agricoltura e alla flora del paese. Attorno alla metà del 1900 si iniziarono a introdurre alcuni virus che avevano lo scopo di eliminare la specie, e riuscirono infatti ad annientare centinaia di milioni di individui. I sopravvissuti svilupparono tuttavia una resistenza alla malattia e ricominciarono la diffusione; da allora periodicamente gli Australiani introducono nuovi ceppi virali per contrastare questa crescita incontrollata.
  Bene, dopo questo breve ma utile excursus storico che fa tanto blog culturale, passiamo a parlare di ciò che davvero ci importa, il film.
 

  L’Arizona del sud, come a suo tempo l’Australia, si ritrova a fare i conti con una spropositata epidemia di conigli; migliaia di palle di pelo infestano e prolificano nelle colline dei ranch distruggendo i raccolti dei locali.
  Agricoltori e allevatori di zona si coalizzano nel tentativo di scacciare le creature moleste, ma i metodi tradizionali si rivelano fallimentari, costringendo la popolazione ad adottare soluzioni più drastiche. Il ranchero Cole Hillman (Rory Calhoun) e la sua famiglia si rifiutano di impiegare dei veleni sui loro terreni e si rivolgono a due biologi ricercatori dell'università locale; Gerry (Janet Leigh) e Roy Bennet (Stuart Whitman). I due coniugi si dimostrano interessati al problema e offrono la loro spontanea collaborazione. I Bennet utilizzano alcuni conigli selvatici catturati per testare un nuovo ormone che, secondo le loro intenzioni, dovrebbe interrompere il ciclo riproduttivo degli animali.
  Avete già capito dove vogliamo andare a parare? Purtroppo sì? Proseguiamo...
 L’esperimento fallisce per l’interferenza della figlia, Amanda Bennet (Melanie Fullerton), che, affezionatasi a una delle cavie, si intrufola nel laboratorio per prelevare l’animale dalla gabbietta e lo sostituisce con un secondo esemplare identico. Amanda porta quindi via il coniglio per tenerlo come cucciolo domestico, ma la palla di pelo scappa via, preannunciando l’imminente catastrofe.
 

  Fallito il tentativo chimico di sterilizzazione, Cole si vede costretto a impiegare degli incendi controllati per sterminare le creature. Trascorso qualche tempo dall'ultimo incendio, Cole e Roy partono a cavallo per ispezionare alcune aree del ranch che prima pullulavano di conigli, ma l'unica traccia di vita è una strana impronta a cui, i due, non riescono ad associare alcun animale.
  Nel frattempo il figlio di Cole, Jackie (Chris Morrell), e Amanda, cavalcano alla volta di una miniera d’oro gestita da un tale Billy, un amico del ragazzo. Giunti sul posto non trovano traccia dell’uomo, e i due si dividono per cercarlo (bravi idioti!).
  Jackie si avvia al capanno vicino la miniera, dell'uomo non c'è traccia ma a terra trova alcune bizzarre impronte appartenenti a un grosso animale; Amanda invece, dimostrando di possedere il tasso di sopravvivenza di un dodo, cerca di entrare nella miniera per spiarne l’interno. Dopo qualche passo all'interno, la bambina si trova davanti ad una scena... dovrei dire spaventosa, ma ammetto che non mi esce semplice. Appena oltre l'ingresso scorge un cadavere ricoperto di sangue e ferite, ma la piccola non fa in tempo a urlare che il morto viene trascinato via dentro la miniera da giganteschi conigli feroci. La bambina caccia un urlo con tutto il fiato che ha in gola e lo shock subito è così forte che Amanda resta in uno stato catatonico.
 
 
  Facciamo una pausa dalla trama perché è giusto porsi delle domande. Cosa cazzo è passato per la testa del regista, dei produttori, degli sceneggiatori, degli attori e così via discorrendo fino agli assistenti aiuto-microfonisti? No, davvero, non riesco a capacitarmi di cosa può essere successo in sede di produzione: gli sceneggiatori volevano fare un film con animali assassini e hanno aperto Il Grande Atlante degli animali su una pagina a caso? Hanno perso una gara di bevute con gli sceneggiatori di una casa concorrente? Erano talmente fatti di LSD che pensavano di scrivere sui fogli con una carota?
  A onor di cronaca devo far presente che il film non è un’idea originale ma un libero adattamento del romanzo L’anno del coniglio arrabbiato di Russell Braddon. Ma il romanzo in questione è un maledetto testo di satira politica, improntato verso l’ironia e non certo verso l'orrore. E invece no. Il film al contrario è trattato con tono serissimo; nella pellicola manca la minima dose di autoironia, che a parere mio sarebbe come minimo necessaria quando si rischia di diventa lo snack pomeridiano di un branco di conigli inferociti. Non puoi prendere un libro a caso, fottendotene dell'argomento, e trarne il film che ti pare, è come se io domani andassi il libreria, prendessi a caso uno dei troppi romanzi della serie I Love Shopping e ci creassi sopra un libero adattamento con alieni che si travestono da borsette per intrufolarsi di soppiatto nelle case degli umani. O una qualsiasi altra cazzata a caso, che tanto è lo stesso.
 

  Torniamo alla trama, vi prego, perché ho bisogno di far riposare un po' il cervello prima di continuare.
  Decisi a far luce sull’accaduto, Cole e Roy raggiungono la miniera d’oro e scoprono la presenza delle gigantesche creature che si aggirano a decine per i cunicoli sotterranei. Com'è che nessuno ha mai notato la presenza di centinaia di conigli grossi come tori, non ci è dato saperlo; né di cosa si siano nutriti, a meno che il vecchio Billy non sia bastato a tutti. Stupido io a chiedere logicità in questo film. Nel tentativo di fermare i conigli, i due uomini tappezzano di esplosivo tutti gli ingressi alla miniera e li fanno saltare. Così facendo sperano di averli intrappolati sottoterra, ma, contro ogni ottimistica previsione, quella stessa notte i conigli fuggono da una galleria nascosta.
  Centinaia di lagomorfi giganti (che mi so un po' stufato di ripetere "conigli", e poi lagomorfo fa più creepy) scappano dalla loro tana riversandosi in massa verso ogni luogo abitato o recinto di bestiame; nessuno è al sicuro dalla terribile furia pelosa che zompa possente lungo le immense praterie dell’Arizona.
 
 
  Da qui in avanti la storia prosegue accostando una sopra l'altra varie scene di brutale ferocia coccolosa. La Guardia Nazionale chiamata a intervenire si trova in difficoltà vista la quantità elevata di conigli, così Cole propone un piano che tocca alte vette di puro non-sense: recluta un gran numero di persone in un Drive In e chiede loro di usare le automobili per spingere il branco di conigli verso i binari del treno, questi ultimi sono stati intanto elettrificati in modo da uccidere qualsiasi cosa con cui vengano a contatto. La scena finale è un tripudio di esplosioni e fuochi artificiali a terra, con i conigli che vengono sbalzati in aria con dei poderosi scoppi non appena toccano i binari. I pochi conigli che riescono a superare le rotaie vengono poi stesi da raffiche di mitra della Guardia.
   Parliamo finalmente dei conigli, lo so che siete tutti qui per questo. Inizio dicendo che Claxton ci ha provato, e dico davvero, a rendere i conigli del film animali spaventosi. Il poveraccio le tenta tutte per riuscire nell'impresa: inquadrature ravvicinate dal basso che facciano risaltare gli occhi scuri e i dentoni ricoperti di sangue-simil ketchup, giochi di ombre, visuali dal basso che cercano di enfatizzarne le dimensioni, riprese a terra dei conigli che corrono come una mandria impazzita.
 

  Quando possibile Claxton impiega conigli veri liberandoli all'interno di modellini, ma nelle scene d'attacco non poté fare a meno di ricorrere al piano B: gli uomini venivano quindi aggrediti da altri uomini con addosso enormi costumi da conigli. Sì, esatto; difatti la regia di queste scene è decisamente frammentata, alternando primi piani delle vittime che gridano, altri primi piani dei conigli, e visioni di arti pupazzeschi intenti a lacerare la carne, il tutto shakerato in modo che lo spettatore capisca il meno possibile di ciò che sta accadendo.
  Che dire dei personaggi? Niente, che dovrei dirvi... in un film di conigli giganti vi frega qualcosa dei personaggi? Che problemi avete? La recitazione di alcuni è a livello di drama sudamericano, altri come Jane Leigh tirano fuori un interpretazione migliore anche se la poca convinzione traspare evidente. La stessa Janet dichiarerà poi che accettò la parte nel film solo perché le riprese si effettuavano a circa un'ora da casa sua e così facendo poté passare quel tempo con la sua famiglia, affermando in seguito "Ho dimenticato tutto quel che ho potuto riguardo il film".
  That's Magic.
 

  Quindi ricapitoliamo, gli sceneggiatori si calavano roba pesante, il regista tentava di rendere credibili i conigli usando enormi costumi di carnevale e gli attori si vergognavano anche solo ad apparire nel film; quindi mi chiederete "e la produzione? Almeno loro saranno stati convinti, l'hanno finanziato accidenti!" Diciamo... ni. I soldi li hanno sborsati è vero, ma a giudicare da determinate scelte di marketing mi viene da pensare che neanche loro fossero convinti della bontà del prodotto.
  Il titolo originale del film era Rabbit, ma già durante le riprese la Metro-Goldwyn-Mayer decide di cambiarlo in The Night of the Lepus. Chiamano quindi in ballo pure il latino, forse per confondere il pubblico, non saprei; frega niente poi se lepus indica le lepri, non dovremmo focalizzarci sui dettagli in questo film. Ma nonostante il cambiamento di titolo, decidono anche di produrre delle locandine dove non si vede il benché minimo accenno ai conigli, pensando saggiamente che nessuno sarebbe mai andato a vedere un film dell'orrore con conigli assassini.


  C'è da aggiungere che purtroppo il film non brilla neanche dal versante di comicità involontaria: la prima metà è piuttosto noiosa e la seconda, quando i lagomorfi attaccano, non riesce comunque a decollare per colpa delle decine di riprese dei conigli che, in fondo, non fanno altro che correre di qua e di là. Visto con un amico diventa una visione più agevole, ma di certo resta un boccone bello grosso da buttare giù, a cui un po' più di salsa non avrebbe guastato.
  Un film da terza serata, forse pure quarta... se esiste, quando il 95% degli spettatori già dorme.


Voto Film:

 Voto Trash:

Trailer
 

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