Attenzione. Le recensioni dei film presenti sul blog possono contenere tracce di SPOILER e frutta a guscio, in caso di allergia astenersi dalla lettura.
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mercoledì 16 settembre 2015

Alligator - Recensione


  Title: Alligator
  Paese: Stati Uniti
  Anno: 1980
  Durata: 89 minuti
  Regia: Lewis Teague
  Cast Principale: Robert Forster, Robin Riker, Sidney Lassick, Dean Jagger, Micheal V. Gazzo, Jack Carter...

  Alligator è un film di Lewis Teague del 1980, si inserisce quindi appieno in quella tipologia di film che subiscono l'eco ancora forte de Lo Squalo. Ma al contrario di molte pellicole di quegli anni Alligator tenta di percorrere una strada personale che, pur impiegando alcuni stilemi riconducibili alla pellicola di Spielberg, lo conduce su lande diverse con risultati più soddisfacenti di molti suoi simili.
  Il film inizia con un piccolo prologo: siamo in una località turistica della Florida, un domatore di coccodrilli, durante uno spettacolo, inciampa e viene aggredito alla gamba da una delle sue bestie. Marisa, una bambina che ha assistito allo spettacolo truculento di poco prima, decide secondo un ovvio collegamento logico di comprare un cucciolo di alligatore che chiamerà poi Ràmon. Passa qualche settimana dal loro ritorno a casa e il padre di Marisa, stufo di avere l'alligatore in giro per casa, afferra la creatura e la getta nello scarico.



  Avanti veloce fino al tempo presente (relativo alla pellicola), dove facciamo la conoscenza con il detective David Madison (Robert Forster), impegnato a comprare un nuovo cane dopo che quello vecchio gli è stato rubato. Il proprietario del negozio di animali da cui David sta comprando il cane spiega che simili furti d'animali sono molto frequenti nel quartiere.
  Madison viene chiamato con urgenza all'impianto di depurazione delle fognature, dove gli operai hanno appena rinvenuto un braccio umano. Giunto sul posto scopre che, oltre al braccio, erano state ripescate nei bacini anche alcune carcasse canine. Uno di questi animali in particolare, meglio conservato degli altri, rivela che tutti gli organi, comprese le corde vocali, erano stati esportati; riescono quindi a rintracciare la proprietaria del cane per scoprire che, meno di un mese fa quando scomparve, le sue dimensioni erano dieci volte minori di quelle attuali.
  Torniamo dall'uomo del negozio, di cui non conosco il nome né mi interessa farlo e chiamerò quindi da qui in avanti "il ciccione". Il ciccione, a bordo del suo camioncino (e in pieno giorno, ovviamente cresciuto a pane e furbizia), gira per il quartiere a rapire i cani per portarli poi alla Slade Farmaceutica, la più ricca azienda medica della città, dove verranno sottoposti a esperimenti ormonali illegali.
  Il ciccione lascia i cani nel laboratorio e ritira alcuni esemplari morti da scaricare al solito posto. Caricati i corpi sull'auto si dirige a uno dei punti d'accesso del sistema fognario di Chicago, carica i cani su un carrello e lì getta uno per uno dentro il canale; una di quelle povere bestie si incaglia sul bordo e così il ciccione scende le scale fin dentro il condotto per spingerlo via, ma proprio quando arriva sul fondo, viene dantescamente aggredito da un gigantesco animale.
  

  Il giorno dopo gli stessi operai del bacino di depurazione rinvengono un bel braccio cicciottello, che dopo una attenta analisi rivela di non appartenere allo stesso proprietario della gamba. Siccome un corpo è un incidente ma due corpi fanno un caso, i giornalisti si gettano su questo scoop da bravi sciacalli quali sono e il commissario Clark, dopo aver indetto una conferenza in cui Madison manda tutti i giornalisti presenti gentilmente a cagare, affida allo stesso Madison il caso (ma altri detective non ce ne erano?).
  Thomas Kemp, uno dei giornalisti presente alla conferenza, dopo aver indagato un po' sul detective e su cosa faceva prima di arrivare a Chicago, scopre che il suo trasferimento da Saint Louis è avvenuto subito dopo la poco chiara morte del suo precedente collega e ne approfitta per fare un po' di cronaca di bassa lega.
  David, senza uno straccio di indizio da cui partire, decide di ispezionare le fogne in cerca di qualche traccia, ma in seguito all'articolo di Kemp trova difficoltà a trovare un compagno disponibile, si fa così avanti il pivello del distretto, un ragazzetto biondo, volenteroso e di bell'aspetto. I due si calano nel sottosuolo della città ma da subito si trovano in difficoltà perché la mappa catastale è molto vecchia e non tiene presente di successivi ampliamenti e tamponamenti murari. L'ispezione sembra procedere senza risultati, quando l'alligatore sbuca da uno dei condotti laterali e aggredisce i due poliziotti. Questi fuggono attraverso i condotti ma appena raggiungono un tombino e iniziano a salire, il novellino viene afferrato per le gambe e trascinato via senza che David possa fare niente per fermarlo.
 

  Il detective ha un crollo in seguito all'incidente e quando riprende i sensi, nessuno è ovviamente disposto a prendere per vero ciò che dice, David si rivolge così alla dottoressa Marisa Kendall (Robin Riker) fra le più affermate esperte di rettili d'America, la quale esclude categoricamente che un coccodrillo possa crescere o anche solo sopravvivere in un ambiente ostile e povero di risorse alimentari come le fognature della città. Ma le prove che Madison cerca non tardano ad arrivare; Kemp, in cerca di uno scoop, si cala dentro un tombino armato di sola macchina fotografica e non passa molto prima che diventi un piacevole intermezzo culinario, non prima però di aver scattato, sia mentre correva per salvarsi il culo che durante il primo morso (bisogna riconoscergli una certa professionalità eh) una serie completa di primi piani dell'animale.
  La macchina fotografica viene ritrovata da alcuni operai insieme ai pochi resti dell'uomo e Madison può finalmente sbattere in faccia al commissario, alla dottoressa Kendall e all'intera Chicago che lui c'aveva sempre avuto ragione e vaffanculo. Il commissario e Madison mettono in piedi, sotto il loro comando, un operazione di cattura su vasta scala: decine di agenti di polizia vengono fatti calare dentro il sistema fognario e, muovendosi in strette falangi, percorrono uno per uno tutti i condotti per spingere la creatura verso un'unica uscita. L'alligatore si rivela più furbo di loro e, scansando le pattuglie, sbuca da sottoterra frantumando il manto stradale con una delle scene clou del film e che, ancora oggi, a vederla resta una figata pazzesca. L'alligatore strappa una gamba a un agente di polizia che ha cercato di fermarlo per poi dirigersi al più vicino specchio d'acqua, un laghetto pubblico in cui trova rifugio. La presenza dell'animale è ormai una certezza e la minaccia adesso non è più limitata alle sole fogne ma si staglia su tutta Chicago.
 
 -hanno un canto d'amore?
-certamente, il coccodrillo è un animale molto romantico.

  Il sindaco, incazzato nero per le continue figure di merda rimediate dal corpo di polizia, chiama il colonnello Brock, che qui interpreta, con un'abbondante (anche strabordante direi) dose di ironia il ruolo del "grande cacciatore bianco".
  Madison interroga Marisa sulle improbabili dimensioni dell'animale e inizia a formarsi in lui il sospetto che l'animale possa essere diventato così grande a causa di ripetute assunzioni di ormoni. Si dirigono così alle industrie farmaceutiche Slade per interrogare Arthur, genero del proprietario Slade e scienziato a capo della sezione ricerca. Il vecchio Slade, infastidito dall'improvvisata ricevuta ai suoi laboratori, chiama il suo vecchio amico sindaco il quale fa pressione sul commissario Clark perché sospenda Madison dal servizio.
  David viene obbligato a consegnare il distintivo e si ritira mandando al diavolo tutti, ma decide di proseguire le ricerche in via del tutto personale, aiutato da Marisa la quale gli racconterà di aver avuto un cucciolo di alligatore di nome Ràmon da piccola, ma che morì e il padre se ne liberò mentre lei era via.
  Intanto fra Madison e Marisa inizia a scoccare qualcosa, con tanto di invito a cena con conferma preliminare di un "dopocena" assicurato: per l'uomo che sa ciò che vuole.
 

  Chiunque non abbia vissuto in una fogna dalla nascita avrà sentito, almeno una volta nella vita, della famosa leggenda metropolitana dei coccodrilli nelle fogne. La versione originale racconta come in America, a partire dagli anni 20 e specialmente in grandi città come New York, le famiglie di ritorno dalle vacanze in Florida riportavano spesso alcuni piccoli di coccodrilli per i loro figli, che all'epoca venivano venduti da ambulanti come animali esotici. Questi cuccioli prima o poi diventavano però troppo grandi e i genitori li gettavano con noncuranza nel water, sempre secondo la leggenda alcuni di questi sarebbero sopravvissuti e, giunti nelle fogne, sarebbero cresciuti nutrendosi di rifiuti e ratti arrivando perfino a riprodursi.
  Dalla premessa dell'autenticità della leggenda nasce Alligator; scritto da John Sayles, che già aveva lavorato due anni prima come sceneggiatore di Piranha, e diretto da Lewis Teague, futuro regista di Cujo qui alla sua terza prova di regia. Il film risulta un ibridazione ben riuscita di più generi: abbiamo il lato horror con le apparizioni dell'alligatore, il lato poliziesco che segue il lavoro di Madison e le scene delle operazioni di polizia, il tutto condito da una spolverata di comicità che non guasta mai.
 

  La sceneggiatura è semplice, senza fronzoli e pretese, del genere che oggi si tende a considerare, malamente a mio parere, banale. Non sono mai stato particolarmente d'accordo con questa linea di pensiero, si può costruire un ottimo film senza bisogno di sviluppi sconvolgenti, puntando semplicemente su un cast valido e un buon ritmo che segua un plot solido senza sbavature, e difatti il susseguirsi degli eventi è narrato in modo compatto, con un andamento serrato che parte lento per raggiungere un ritmo sempre più acceso fino al finale esplosivo (ah-ah).
  La colonna sonora resta tuttavia poco incisiva, rimanendo troppe volte sullo sfondo senza mai elevare le scene.
  Robert Forster da ottima prova di sé nel ruolo di detective stanco e scazzato, con poco tatto nel seguire il sistema ma pronto a tutto pur di fare il suo lavoro e farlo bene. Al peso già non indifferente della morte del suo primo collega si somma la tragica morte della giovane recluta, fatti che lo rendono una persona scostante, con cui non è facile entrare in confidenza. È un uomo che ha i suoi demoni, come tutti, e fra questi il più pressante è l'incipiente calvizia che, semmai dovesse passargli di mente, gli verrà rammentata da praticamente tutti i personaggi del film; seriamente, a un certo punto mi aspettavo che qualche comparsa mai vista prima lo fermasse così, a cazzo, per strada, per suggerirgli un modo di fare il riporto che poteva risolvergli il problema.
  Nella prima versione del film i continui richiami alla calvizia del detective erano stati rimossi, con disappunto di Forster che evidentemente approvava quel tocco più "umano" che fornivano al personaggio. Fortunatamente, Teague reinserì presto le scene tagliate nelle versioni successive, sotto consiglio di un amico.
 

  Robin Riker è una bella attrice e la dottoressa Kendall funziona sullo schermo, ma il suo personaggio non se la gioca alla pari con quello di Forster, poiché la pellicola segue lui, e non lei, e raramente la vediamo apparire sullo schermo senza il supporto del detective, che invece gioca per il primo terzo del film in solitaria. Gli altri personaggi sono l'equivalente dell'insalatina scondita per una bistecca, ma due parole in più mi sento di spenderle su Henry Silva: il grande cacciatore bianco. Personaggio come già detto talmente sopra le righe da scendere nel trash più becero, fare il giro completo e tornare al punto d'inizio; talmente macchietta da incrociare tre giovani di colore fuori un negozietto e pagarli per avere i suoi portatori negri. Appare in poche scene in definitiva, ma quelle poche sono davvero surreali, fino all'ultimo faccia a faccia con l'alligatore.
  Le apparizioni di Ràmon sono gustose e contornate da una giusta dose di violenza senza edulcorazione; non siamo davanti a un'opera dall'alta componente gore, ma il film non si fa mancare la sua dose di arti tranciati e vittime mangiucchiate, il tutto realizzato con buona maestria. Il sangue a fiotti è assente e in fondo è anche giusto così, il film non punta sull'estremizzazione della violenza mostra il giusto senza eccedere sebbene, personalmente, avrei apprezzato qualche altra aggressione. Fra le scene di violenza che risaltano maggiormente c'è la sanguinosa intromissione dell'alligatore a un ricevimento indetto dal vecchio Slade e la morte di un bambino durante una festa in maschera. 
 

  Chiamatemi fan della vecchia scuola ma apprezzo davvero moltissimo gli effetti speciali di una volta, l'uso di pupazzi, creature meccaniche, trucco e via discorrendo, che invecchiano comunque molto meglio di quanto non faccia la computer grafica. Il grosso lavoro investito sull'alligatore restituisce un prodotto di ottima qualità. La prima parte del film si svolge in buona parte nelle fogne, è ben riuscita, buia, claustrofobica; i cunicoli sotterranei costituiscono una buona ambientazione, suggestiva, che con le sue atmosfere scure e le inquadrature ovviamente ridotte, nascondono la creatura lasciandoci intravedere solo piccole parti di questa. Il fascino della creatura meccanica ne guadagna ovviamente dall'ambientazione scura della pellicola, ma Teague non si accontenta di vincere facile e quando meno te l'aspetti ti schiaffa Ràmon sullo schermo in tutta la sua grandezza. In determinate scene che seguiranno, oltretutto ben riconoscibili, vedremo un'alternanza fra l'alligatore meccanico e due alligatori veri inseriti in ambienti a scala ridotta.
  Il tema dell’eco-vengeance come rivalsa della natura su un'umanità spesso troppo egoista è perfettamente incarnato da Ràmon, vittima per due volte dell’egoismo umano: quello di chi tratta gli animali come giocattoli di cui liberarsi appena appena diventano un po’ fastidiosi, e di chi li sfrutta per pure tornaconto, in questo caso commerciale.
Un film da prima serata, che sebbene sia spesso relegato a B-movie, possiede tutta la dignità necessaria per scontrarsi con avversari di serie A.

Voto Film:

Trailer

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