Attenzione. Le recensioni dei film presenti sul blog possono contenere tracce di SPOILER e frutta a guscio, in caso di allergia astenersi dalla lettura.
Volendo gli articoli trattare l'argomento nel modo più esaustivo possibile è necessaria la presenza di elementi della trama, che in assenza renderebbero monca l'analisi del film. Di conseguenza non sarà inserito alcun avviso all'interno delle singole recensioni.

giovedì 7 novembre 2019

La mantide omicida - Recensione

La mantide omicida

  Title: The Deadly Mantis
  Paese: Stati Uniti
  Anno: 1957
  Durata: 79 minuti
  Regia: Nathan H. Juran
  Attori: Craig Stevens, William Hopper, Alix talton, Donald Randolph, Florenz Ames.

  Il film inizia con un tono documentaristico, in cui una voce fuori campo descrive i benefici dell'applicazione del radar in ambito difensivo, ed esalta la linea di osservazione costruita al nord del Canada, tale "Linea Fred", che avrebbe lo scopo di lanciare il primo allarme in caso di attacco proveniente dalle regioni polari.
  Nel frattempo, una potente eruzione vulcanica avvenuta nel Circolo Antartico causa una serie di frane e smottamenti al Polo Nord (non dovete fare domande, ovviamente). Dai ghiacci eterni dell'Artico emerge una gigantesca mantide religiosa congelata, ma ancora viva e in condizione di stasi. Liberatasi dal ghiaccio, la mantide prende il volo verso sud, in cerca di un clima più ospitale.
  Scendendo dal Circolo Polare Artico, il gigantesco insetto s'imbatte in una delle magnificenti stazioni radio della Linea Fred, la quale, progettata per intercettare missili e aerei, fa ridicolmente appena in tempo ad accorgersi di uno strano e persistente ronzio, prima che la mantide si abbatta su di essa, radendo l'edificio al suolo e divorando gli occupanti. Tutto ciò che i soccorritori troveranno al loro arrivo, oltre a un cumulo di macerie, saranno alcune gigantesche impronte inspiegabili nella neve.

mantide gigante
Ah! Il vecchio scherzo della mantide da 30 tonnellate nel cubetto di ghiaccio del drink.
Chi non c'è mai cascato?

  Quando un aereo precipita non lontano dalla stazione radar distrutta, un'altra squadra di ricognizione rinviene, fra i rottami dell'incidente, una grossa spina di origine animale. Il colonnello Parkman (Craig Stevens) viene incaricato di formare una commissione d'indagine sulla serie di avvenimenti accaduti nell'area della Fred Line.
  Come da tradizione, le ricerche dei militari non conducono a niente, l'esercito decide quindi di inviare la spina a un famoso paleontologo di Washington, il Dott. Ned Jackson (William Hopper). Col potere della scienza, e l'aiuto del potere dell'immaginazione, il Dott. Ned deduce con curiosa certezza che l'artiglio appartiene a una mantide religiosa di dimensioni colossali. Si vede che negli anni 50 insetti giganti e mostri gargantueschi erano diffusi in America quanto oggi lo sono gli Apple Store o gli Starbucks.
  Accompagnato dalla fotografa Marge Blaine (Alix Talton), intenzionata a rubare uno scatto della creatura in tutto il suo splendore, il Dott. Jackson si reca in una base militare nei pressi della Fred Line per effettuare delle indagini sul luogo.

William Hopper mantide
"Signori... credo che questo dente appartenga a un Edward Cullen alto almeno 80 metri."

  Nel frattempo, un villaggio eschimese viene completamente distrutto da una qualche forza animale sconosciuta. Le prove sul sito lasciano tutte supporre che si tratti della gigantesca mantide identificata dal paleontologo.
  Prima che cali la notte il dottore e la fotografa si recano all'avamposto sotto il comando di Parkman, dove vengono accolti calorosamente dalla guarnigione a difesa del posto (calore rivolto più alla signorina Blaine che al dottore, ma oh... mi pare giusto). Più tardi quella stessa sera, mentre i nostri tre eroi si ritrovano nell'ufficio del colonnello per discutere del caso, la mantide scopre che la cucina tipica eschimese è buona, ma dopo dieci minuti ti torna la fame. L'enorme insetto si rivolge così alla più vicina presenza umana in zona, ovvero la base militare di Parkman.
  L'assalto è spietato: la creatura distrugge nel giro di pochi minuti l'intera struttura, e nonostante l'intera guarnigione tenti di scacciarla a suon di fucili e lanciafiamme, la mantide pare quasi del tutto indifferente alla controffensiva umana. Molti degli uomini finiranno a fare compagnia agli sfortunati eschimesi di prima, e i pochi sopravvissuti, fra cui banalmente i tre protagonisti, si rivolgono alle massime autorità dell'esercito affinché dichiarino lo stato di emergenza.
  Centinaia di aerei militari si sollevarono in aria nel cielo, coprendo l'enorme tratto d'aria fra l'estremo nord del Canada e il confine statunitense.

deadly mantis
E' possibile vedere un po' di mantidi in questo film sulle mantidi giganti?

  Con l'ausilio del tanto decantata rete radar di inizio film, i militari tentano di individuare la presenza della creatura. Nel mentre, il Dott. Jackson e la fotografa Blaine si dedicano a una loro personale ricerca su ogni fatto insolito o possibile avvistamento avvenuto della mantide, sperando così di tracciare una possibile rotta della sua marcia verso sud. Il dottore, infatti, sostiene che la creatura si stia dirigendo proprio in quella direzione, alla ricerca di un clima più adatto alla sua natura.

  Sceneggiato da Martin Berkeley, la cui penna aveva già toccato moltissime pellicole di fantascienza del periodo, fra cui La vendetta del mostro e Tarantula, e basato su un'idea di William Alland, che parteciperà poi al film nel ruolo di produttore, La mantide omicida rappresenta il settimo film del regista Nathan H. Juran. Tagliamo subito la testa alla mantide: questo film, seppur non sia il peggio che gli anni 50 hanno da offrire in quanto Bug Movie, è scadente sotto molteplici punti di vista.
  Juran dirige il film in modo blando, quasi per pura inerzia: buona parte del film, probabilmente anche per venire incontro al budget, si svolge all'interno di luoghi chiusi, dove i personaggi si domandano cosa stia imperversando per l'artico, e successivamente come trovare la mantide e quanto essa sia pericolosa. Quasi come se l'attesa della mantide sia essa stessa la mantide.
  Mantide che, quando finalmente degna lo spettatore della sua presenza, a onor del vero risulta convincente. Il modello realizzato per le scene da terra è notevolmente realistico, restituendo quel senso di repulsione che buona parte degli spettatori, entomologi esclusi, provano verso gli insetti.

deadly mantis mantide gigante
"Almeno sono bella dentro!"

  Il modello impiegato per le scene ravvicinate era lungo quasi dodici metri, ricostruito con enorme dovizia di particolari e dotato di articolazioni mobili per ciascun arto, azionati a forza idraulica. Nelle troppo rare scene di distruzione diretta, nelle quali il modello di mantide si diletta come Godzilla prima di lei alla demolizione di modelli in scala di edifici, l'effetto di fisicità che ci restituisce la creatura è davvero piacevole da vedere, anche se può risultare un po' goffo e lento a uno spettatore moderno.
  Di tutt'altro impatto è invece il modello volante, il quale simulava il movimento delle ali dell'insetto mediante alcuni contenitori presenti nell'addome, che rilasciavano aria compressa lasciando il corpo completamente immobile. Il modello impiegato per il volo risulta assai ridicolo, più che un enorme mostro carnivoro ricorda uno di quei giocattoli per bambini che agitano le ali legati a una corda trasparente.
  Una testa e una zampa dell'insetto furono costruite di dimensioni ancora maggiori rispetto a quelle del modello intero e utilizzate nella sequenza finale, dove i nostri eroi affrontano la mantide faccia a faccia all'interno di un tunnel. Alcune riprese di una mantide vera furono impiegate invece per la sequenza in cui l'insetto si arrampica lungo l'obelisco a Washington.

obelisco Washington mantide gigante
La mantide proclama la sua supremazia sull'America in una scena pregna di tensione.
O forse sta solo facendo una battuta gestuale sui peni. Difficile dirlo.

  Se la realizzazione tecnica del modello supera il test qualitativo con un buon voto, l'impiego della creatura all'interno della trama risulta invece piuttosto banale. I sentimenti dei personaggi verso la mantide sono univoci, limpidi, e privi della minima componente morale. Nel film non è presente alcun tipo di critica sociale o scientista. Il mostro non è una vittima, creato dall'uomo o dalla scienza, e nessun animalista o scienziato urla e inneggia alla tutela della sua esistenza. La mantide è un Mostro a tutti gli effetti, e l'unica soluzione da adottare con essa è quella finale, esito che trova all'interno del film opinione unanime.
  Siamo dunque lontanissimi da Kong che, pur con gli elementi di accusa alla società della sua epoca e il malcelato razzismo, evocava nello spettatore un senso di familiarità mammalica; o alla tarantola di Tarantula, che, per quanto spaventosa potesse essere, era a suo modo succube della sperimentazione umana.
  Rimuovendo ogni possibile chiave interpretativa riguardo la creatura, i personaggi del film pongono fra essi e la mantide una chiara visione dualista, in cui l'uomo, civile, evoluto, controllato, si pone come argine al risveglio di questo mostro privo di empatia, capace solo di incarnare pulsioni arcaiche e sconvenienti. Selvaggia, feroce, lo stesso termine "omicida" compreso nel suo nome: ogni elemento della creatura proviene dalle più antiche e non civilizzate ere del pianeta Terra, che l'essere umano spera costantemente di essersi lasciato alle spalle.

mantide gigante Alix talton
"La mantide in questo momento può trovarsi ovunque..."

  Se sul lato interpretativo zoppichiamo, non va meglio su quello del ritmo. Per i primi quaranta minuti di spettacolo non c'è molto da vedere ne La mantide omicida. Il film manca completamente di tensione; la poca che si riesce a mettere insieme nelle rare apparizioni della creatura viene completamente esaurita dalle enormi zone morte del film, in cui vediamo il professor Jackson presentare la mantide alla nazione mediante uno show televisivo di una pochezza rara, o la sterile e forzatissima storiella d'amore fra il colonnello Parkman e la giovane fotografa Blaine, mentre sono impegnati a seguire tracce radar e discorrere del pericolo mantide con la stessa enfasi che userebbero per discutere dei loro piani per il prossimo weekend lungo.
  Tutta la fase investigativa iniziale, la quale ricopre un'ampia porzione del film, si rivela piuttosto inutile dal momento che lo spettatore non ha modo di stupirsi per la scoperta dell'identità della creatura, spoilerata fin dal titolo stesso.
  I tre protagonisti non sono inoltre quasi mai davvero a rischio, escludendo la terribile possibilità di tagliarsi con la carta di una mappa geografica. L'unica occasione in cui incrociano la mantide da viva è quando questa attacca la base di Parkman, che rappresenta uno dei pochi momenti in cui lo spettatore può sentirsi sinceramente interessato alla loro sorte.
  A rallentare ulteriormente il ritmo, contribuisce un abuso di filmati di repertorio, che occupando quasi 15 dei 79 minuti della pellicola. L'inizio della pellicola predispone già lo spettatore a una sonora pennichella piazzando ben 6 minuti dei 15 d'archivio.

america radar mantis
Venghino siori, Venghino ad ammirare le meraviglie dell'era moderna.

  I film d'insetti giganti sono per loro stessa natura difficilmente plausibili. Il solo dover giustificare l'esistenza di qualcosa pesante decine di tonnellate e dotato di un esoscheletro esterno, che per sua natura limita la dimensione degli animali a un massimo di 40 centimetri, è quasi impossibile. Anche riconoscendo che la natura può sorprendere, e che magari decine di milioni di anni fa potevano esistere artropodi lunghi decine di metri, il film sembra fare tutto ciò che è in suo potere per annullare la sospensione dell'incredulità nello spettatore.
  L'implausibilità che un animale abituato a climi tropicali possa sopravvivere nel ghiaccio senza enzimi cellulari antigelo si accoppia alla semplicità con cui il professor Ned identifica l'origine della spina: "Procederò fingendo che questa spina sia di dimensioni ridotte e cercando un possibile animale che possa averla lasciata". Le deduzioni di Ned vengono poi subito riconosciute come verità assolute, fra gli sputi e gli insulti degli altri onesti scienziati che impiegano tutto, o quasi, il loro film a farsi ascoltare e credere.
  Al film si potrebbe scusare ogni cosa, in nome di un trash d'epoca: le imperfezioni, gli errori logici, gli scarsi mezzi produttivi, l'aver addirittura tagliato la sequenza finale dove la mantide si nasconde all'interno di un tunnel a New York, che invece di essere mostrata è fatta riassumere a voce da alcuni passanti che interrogano dei soldati, tutto in nome di una realizzazione che non mira a reinventare il genere ma solo a intrattenere uno spettatore in modo semplice e divertente. Ma quello che davvero non gli si può perdonare è la noia costante che non abbandona mai lo spettatore, la quale vanifica ogni forma di intrattenimento ricercata.
  Il cast del film lascia piuttosto indifferenti, non tanto per le sue abilità attoriali quanto per la bidimensionalità dei personaggi che sono chiamati a interpretare. Hopper e Stevens fanno il possibile per portare avanti una trama che, guardandola da un certo punto di vista, non ha assolutamente bisogno di loro per progredire. La Talton è invece la più classica delle donne da film di fantascienza d'epoca, che si dimostra intrepida e avventurosa, per poi cadere fra le braccia dell'uomo forte perché sì.

mantide gigante film
Eh. Le donne e i parcheggi... due mondi a parte.

  Paragonandolo a un precedente lavoro simile di Berkeley già citato nella recensione, Tarantula, non ci capacitiamo dell'enorme differenza qualitativa fra i due film. La trama più avvincente, unita a personaggi caratterizzati in modo più vivo, l'assenza di filmati di repertorio e gli effetti speciali su due diversi livelli (certo, Tarantula usava un ragno vero, difficile creare un modello ugualmente convincente). L'unica spiegazione che possiamo darci viene dalla mancanza di fondi e tempo, e forse, dal dover restare troppo ancorato alla bozza di progetto di Alland.
  Lontanissimo anni luce dai veri classici di genere come Them! o Il risveglio del dinosauro, La mantide omicida si rivela subito per ciò che è, un compitino fatto a modo, ma privo di qualsivoglia guizzo d'interesse, dove i pochi elementi interessanti vengono annacquati perdendo tutto il loro gusto. Non nego che all'epoca la figura della mantide possa aver colpito gli spettatori, non più nuovi ormai a vedere creature gargantuesche muoversi sullo schermo. Tuttavia, riuscire ad apprezzarlo al giorno d'oggi risulta molto difficile, ed è probabile sia necessario essere davvero appassionati a un determinato tipo di cinema di fantascienza anni cinquanta.
Un film buono oggi come riempitivo notturno, fra la terza serata e la programmazione mattutina, nella speranza che il fascino della notte gli doni quel pizzico di magia che manca per renderlo davvero memorabile. O in alternativa che concili il sonno a chi ha difficoltà la notte.


Voto Film:

Trailer:


TRIVIA
- Nella serie televisiva Mystery Science Theater 3000 è stato prodotto un episodio basato sul film La Mantide Omicida.

- Nell'episodio Gli orrori di Shock Street, della celebre saga di Piccoli Brividi, un luna park viene invaso da creature orrorifiche dell'immaginario Hollywoodiano, fra cui delle mantidi religiose giganti.

- Nel videogioco War of the Monsters per Playstation 2, è presente nel roster dei personaggi una mantide gigante chiaramente ispirata alla pellicola del 1957. Per stessa ammissione dei produttori del gioco, molte delle creature del titolo sono omaggi al cinema di fantascienza degli anni cinquanta.

- A un certo punto del film, il dottor Ned, per convincere i presenti sulla sua teoria dell'insetto gigante, mostra un'enorme formica racchiusa in un blocco d'ambra, spiegando che quindi, centinaia di milioni di anni fa, tutte le creature erano decine o perfino centinaia di volte più grandi delle controparti attuali. Peccato che all'interno dell'ambra non ci sia una formica, ma uno scarabeo rinoceronte.

- Per fornire probabilmente maggior enfasi alla mantide, la creatura nel film è capace di emettere un forte ruggito derivato probabilmente da quello di un leone o un orso. Azione impossibile dato che gli insetti non possiedono corde vocali.









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